Madre: Un invito a vivere con cuore rinnovato la Quaresima

Dal Brasile, dove sono dal 9 gennaio 2020 per la visita canonica nelle comunità dell’America Latina, sento il bisogno di condividere con voi, dilette Sorelle e carissimi laici impegnati nel vari Movimenti smaldoniani, una riflessione spirituale che ci aiuti a vivere bene la Quaresima che sta alle porte e a riflettere sull’evento doloroso che ha colpito l’umanità: il flagello del coronavirus.
Il Papa con il suo messaggio “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (Cor 5,20), ci invita a prendere coscienza che solo “con un cuore rinnovato possiamo prepararci a celebrare il grande mistero della morte e resurrezione di Cristo, cardine della vita cristiana personale e comunitaria”.
Spesso l’uomo distrugge l’ordine della creazione e della Redenzione e, anziché contemplare il Crocifisso, il libro dell’amore folle di un Dio per l’uomo e purificarsi in quel sangue redentore, leggendovi un progetto di amore “ così reale, così vero, così concreto, che ci offre una relazione piena di dialogo sincero e fecondo” Esort.ap. Christus vivit, 117, segue la voce suadente del padre della menzogna “e rischia di sprofondare nel baratro del non senso, sperimentando l’inferno già qui su questa terra, come testimoniano purtroppo molti eventi drammatici dell’esperienza umana personale e collettiva”. Ogni persona che Gesù incontra, indipendentemente dalla sua condotta, viene immersa nel suo amore e cancellato il peccato, che è una frattura universale, non è solo una rottura con Lui, ma con noi stessi, con il fratello e la società. In questa immersione di grazia Egli opera la riconciliazione, che ci porta alla decisione di non fare male a nessuno e nemmeno a noi stessi. Più saremo uomini e donne, teneri, compassionevoli, sensibili ai bisogni e alle sofferenze degli altri e contemplativi della Terra che abitiamo, più scopriremo il divino che è in noi e fuori di noi, comprenderemo che la vita vale se viene donata. Nel donarci agli altri troveremo la gioia e la pace, crescerà la speranza in un mondo migliore per il quale collaboreremo con tutte le nostre forze.

La conversione, care sorelle e fratelli, è la strada obbligata per la riconciliazione. Mentre il peccato spegne lo spirito di Dio e ci priva delle energie dello spirito, la grazia, ottenuta come dono per i meriti della passione di Cristo, e l’impegno personale ci trasformano in “creature nuove”.
La riconciliazione tra Dio e l’uomo è in realtà un’opera di misericordia divina, di pura grazia, di perdono gratuito. Essa parte esclusivamente da Dio, l’unico offeso che non può essere placato dall’abbondanza delle opere buone dell’uomo per la distanza che c’è tra il Creatore e la creatura.“Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione” 2Cor 5,19.
La riconciliazione tra me e i fratelli, invece, è un’opera di giustizia: parte dalla mozione della grazia e mi spinge a dare e o a ricevere il perdono, in quanto si tratta di una relazione tra pari, entrambi peccatori.
La riconciliazione tra l’uomo e la Natura è la presa di coscienza che essa è la nostra “casa comune”, è il superamento di una concezione economica commerciale che, scaturita dal nostro orgoglio e interesse, ha portato alla distruzione del progetto di bellezza e di armonia, provocando una crisi ecologica che colpisce la nostra salute e il benessere della famiglia umana, oggi esposta alla tremenda epidemia virale del coronavirus.
Il Papa ci invita, pertanto, a utilizzare i mezzi spirituali della quaresima:
1. La preghiera come dialogo personale e vitale con Dio, mettendoci “faccia a faccia” davanti a Lui, perché “essa scavi dentro di noi arrivando a scalfire la durezza del nostro cuore”.
2. Il digiuno da quanto ci allontana dall’appassionata volontà di Dio di dialogare con i suoi figli e che è privazione del superfluo, è rinuncia a qualcosa che ci piace, ma soprattutto liberazione da uno stile mondano di vita, dall’uso fuorviante dei mezzi di comunicazione sociale e dall’uso della natura per scopi prevalentemente commerciali.
3. L’elemosina che c’induce a non accumulare la ricchezza per noi ma “alla condivisione dei propri beni con i più bisognosi,......... per contribuire ad edificare un mondo più umano e più equo”.

Care sorelle e fratelli, l’emergenza del coronavirus è in tutto il mondo, è in casa nostra. “In questo villaggio globale” siamo una grande e unica famiglia, pertanto impetriamo la misericordia di Dio in questa situazione drammatica e incrementiamo la preghiera che sempre apre le situazioni esistenziali e cosmiche a Lui, Padre buono. Pregare è già sperare. Credere nel Suo aiuto è già vincere la paura e debellare l’allarmismo. Gridiamo a Lui la nostra sorpresa, il nostro lamento, la nostra paura, ma anche la nostra fiducia, espressa nel libro del profeta Gioele, che leggeremo il giorno del Mercoledi delle Ceneri:
“Ritornate al Signore vostro Dio perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore, pronto a ravvedersi riguardo al male” Gl 2,12 - 13

Con queste riflessioni invito tutti, dilette sorelle e carissimi laici, a vivere la nostra storia come “tempo di Dio” che ce lo affida per custodire la “casa comune”, per compiere opere di carità materiale e spirituale, frutti maturi della misericordia divina in noi, a recuperare il senso contemplativo della vita.
A ciascuno/a in particolare il mio affetto, saluto e augurio di un cammino di conversione e riconciliazione, in vista della Pasqua del Signore.

Suor Ines DE GIORGI

Fortaleza, Brasile, 25 febbraio 2020